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Mercati, dati e intelligenza artificiale: intervista a Riccardo Dalmiglio

🎙️ Con Riccardo Dalmiglio, Market Analyst CPC INOX – AD TUBI INOSSIDABILI

Lo scorso maggio Riccardo Dalmiglio ha celebrato il suo primo anno all’interno del Gruppo, consolidando il suo contributo come Market Analyst nelle aziende CPC Inox e AD Tubi Inossidabili. In questi mesi ha saputo distinguersi per la capacità di tradurre dati complessi in insight strategici, supportando i reparti commerciali con analisi di mercato puntuali e orientate allo sviluppo del business.

Grazie al suo lavoro, è stato possibile identificare nuove opportunità di crescita, tendenze emergenti e definire con maggiore precisione le aree ad alto potenziale per il posizionamento competitivo dell’azienda.

Un ruolo chiave che incarna perfettamente lo spirito della Cardinali Holding: uno sguardo costantemente rivolto al futuro, guidato da competenza, visione e innovazione. Valori che rendono oggi il Gruppo un polo industriale di riferimento a livello europeo.

Oggi, dopo aver partecipato insieme ad altri colleghi alla AI Week 2025, Riccardo ci offre il suo punto di vista sull’intelligenza artificiale e sul modo in cui questa tecnologia può trasformare concretamente i processi aziendali. Un’intervista che unisce visione strategica e esperienza operativa.

👤 Il professionista

Ci racconti il tuo percorso e come sei arrivato a occuparti di analisi di mercato all’interno del gruppo?

Sono entrato in azienda come Business Analyst con un focus principale sull’implementazione e sull’ottimizzazione del CRM. In questa fase iniziale, ho approfondito il funzionamento della piattaforma e le sue potenzialità, cercando di tradurre esigenze operative in strumenti concreti per l’organizzazione. Questo aspetto del mio lavoro sarà una costante nel tempo, considerando l’impegno al miglioramento continuo del gruppo. Con il tempo, il mio ruolo si è evoluto naturalmente verso l’analisi di mercato: una transizione dettata dalla crescente esigenza dell’azienda di comprendere meglio le dinamiche esterne, intercettare opportunità di business, esplorare nuovi segmenti di clientela e anticipare i trend del settore. È stato un passaggio che ha ampliato le mie responsabilità, ma anche il mio impatto strategico all’interno del gruppo.

Qual è l’aspetto che trovi più stimolante del tuo ruolo di Market Analyst?

La possibilità di collegare il dato grezzo a scelte reali e tangibili per il business. Mi piace sapere che il mio lavoro può influenzare una nuova direzione strategica, la scelta di un mercato da seguire, o un cambiamento nell’approccio commerciale. È un ruolo in cui analisi e intuizione si incontrano: è necessario essere precisi ma anche saper “leggere tra le righe”, cogliere segnali deboli che possono diventare opportunità.

📊 Lavorare con i dati per leggere il mercato

Che tipo di dati analizzi nel tuo lavoro quotidiano e con quale obiettivo principale?

Analizzo prevalentemente dati commerciali (volumi, fatturati, frequenze d’acquisto), trend di acquisto dei clienti e studio di possibili forecast in termini di vendite, così da cercare di ottimizzare date di consegna e magazzino. L’obiettivo principale è duplice: da un lato ottimizzare l’efficacia delle attività di vendita e marketing; dall’altro, fornire elementi utili per prendere decisioni strategiche su prodotti, mercati e investimenti futuri.

Quanto è importante oggi, per un gruppo come Cardinali Holding, saper leggere e interpretare in modo tempestivo i segnali del mercato?

È fondamentale. In un contesto altamente competitivo e in continua evoluzione, la tempestività nell’intercettare i segnali di cambiamento può fare la differenza tra essere reattivi o proattivi. Per una realtà come Cardinali Holding, che punta sull’innovazione e sulla crescita, la capacità di interpretare i dati di mercato con velocità e accuratezza rappresenta un vantaggio competitivo decisivo che può fare la differenza in un mercato sempre più incerto come quello che stiamo vedendo negli ultimi anni.

🌍 Trend, evoluzione e sfide del mercato

Quali sono i principali trend che stai osservando nel tuo settore di riferimento?

Nel settore dell’acciaio inox stiamo osservando alcune dinamiche piuttosto marcate. Il fotovoltaico è in calo ormai da circa un anno e mezzo e, ad oggi, non si intravedono segnali concreti di ripresa: questo trend ribassista sembra strutturale più che momentaneo. Anche il comparto automotive ha registrato un rallentamento significativo tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quello attuale. Stiamo inoltre assistendo a una forte crescita nella domanda di materiale nel settore energia. A questo si affianca una maggiore attenzione alla sostenibilità: sia a livello di processo produttivo che di materiali, le aziende stanno cercando soluzioni a minor impatto ambientale.

C’è stato un cambiamento o un segnale di mercato recente che ti ha particolarmente colpito?

Uno dei segnali più evidenti che mi ha colpito riguarda il crollo prolungato del fotovoltaico, che da circa un anno e mezzo è in forte contrazione senza mostrare segnali concreti di ripresa. È un dato significativo, soprattutto se si considera il contesto attuale, dove la spinta verso la transizione energetica e la sostenibilità dovrebbe, almeno in teoria, alimentare una maggiore domanda.
Parlando in generale, ciò che colpisce maggiormente in questa fase è la mancanza di una visibilità chiara sul medio termine, soprattutto dal punto di vista quantitativo. Negli ultimi mesi, stiamo osservando una crescente difficoltà nel formulare forecast affidabili: i budget delle aziende partner vengono rivisti quasi mensilmente, spesso al ribasso, per timore di cambiamenti improvvisi e drastici nel mercato. Questa instabilità genera una situazione di prudenza diffusa, che frena sia le decisioni strategiche che gli investimenti. È un contesto dove l’incertezza sta diventando la nuova normalità, e in cui la capacità di adattarsi rapidamente — anche attraverso una lettura intelligente dei dati e una maggiore efficienza operativa — diventa un vero fattore competitivo.

Quali sono le principali sfide che vedi oggi nell’analisi di mercato? La velocità? L’affidabilità delle fonti? L’interpretazione?

Direi che tutte e tre le componenti rappresentano una sfida, ma oggi la velocità con cui il mercato cambia rende l’analisi una corsa contro il tempo. I dati devono essere letti ed elaborati quasi in tempo reale per generare valore. Per quanto riguarda la qualità delle fonti, spesso i dati sono incompleti, parziali o frammentati, e serve un lavoro importante per validarli. Infine, l’interpretazione richiede una combinazione di esperienza, intuito e confronto continuo con i reparti commerciali e tecnici: leggere il mercato solo in chiave numerica non basta più. Serve dare significato al dato, calarlo nel contesto e trarne azioni concrete.

🤖 L’intelligenza artificiale nel tuo lavoro e nelle aziende

Nel tuo lavoro quotidiano, in che modo hai già avuto modo di confrontarti con strumenti basati sull’AI?

Ad oggi non ho ancora avuto modo di lavorare direttamente con strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Credo però che, spesso, si parli di AI come se fosse una soluzione immediatamente applicabile in azienda, quando in realtà la sua implementazione efficace richiede un percorso ben più complesso e strutturato. Perché l’AI possa davvero generare valore e supportare il lavoro umano, servono tre pilastri fondamentali: processi chiari e strutturatisistemi applicativi solidi capaci di integrare l’AI e dati affidabili e ben organizzati su cui basare analisi e decisioni. In azienda stiamo lavorando proprio in questa direzione: vogliamo costruire questi tre pilastri per garantire che, quando decideremo di introdurre l’AI, essa possa essere davvero efficace, sicura e di supporto concreto alle nostre attività — non un rischio, ma un alleato.

Secondo te, come può l’intelligenza artificiale supportare l’analisi di mercato nei prossimi anni?

Credo che l’AI sarà sempre più utile nel semplificare e velocizzare l’elaborazione dei dati, individuando correlazioni che spesso sfuggono all’occhio umano. Potrà supportare l’analisi predittiva, segmentare meglio la clientela, anticipare i bisogni del mercato e suggerire strategie ottimali. Per quanto mi riguarda, l’aspetto più rilevante sarà la capacità dell’AI di gestire grandi volumi di dati in tempi rapidissimi, trasformandoli in insight concreti e immediatamente utilizzabili.

Ci sono ambiti o fasi dell’analisi di mercato dove vedi l’AI come un alleato concreto? E dove invece credi serva ancora il giudizio umano?

L’AI è ideale per la raccolta, aggregazione e analisi esplorativa dei dati, come ho anticipato sopra: può fare screening su grandi volumi in tempi rapidissimi. Ma il giudizio umano resta insostituibile nell’interpretazione del contesto, nella definizione delle priorità e nella valutazione di fattori qualitativi, come relazioni commerciali o dinamiche culturali. L’AI può aiutare, ma la direzione strategica richiede ancora intuizione ed esperienza che possono provenire solo dalla supervisione umana.

🚀 Visione e consigli

Qual è, secondo te, il vero valore dell’AI per le aziende oggi: più automazione, più velocità, o più capacità predittiva?

Oggi il vero valore risiede nella capacità predittiva. L’automazione e la velocità sono aspetti importanti, ma è la possibilità di anticipare scenari e comportamenti che rende l’AI un asset strategico. Un’azienda che prevede bene è un’azienda che si muove prima degli altri. Naturalmente, anche l’automazione gioca un ruolo fondamentale: se permette di liberare risorse umane da attività a basso valore aggiunto, consentendo loro di concentrarsi su task più strategici e ad alto impatto, rappresenta un elemento di grande valore per l’organizzazione.

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare a integrare strumenti di intelligenza artificiale nei processi aziendali, soprattutto in ambito analitico?

Il primo consiglio è partire da un bisogno reale. L’AI non va integrata per moda, ma per rispondere a una necessità concreta. È poi fondamentale avere dati di qualità, senza i quali l’intelligenza artificiale rischia di restituire output fuorvianti. Infine, coinvolgere chi dovrà usare questi strumenti nel lavoro quotidiano: l’adozione funziona solo se è condivisa e compresa dalle persone che poi dovranno utilizzare lo strumento. Credo che l’onboarding e il cambio di mentalità, qualora sia richiesto per l’adozione dell’AI per una qualsiasi ragione, credo sia una delle challenge più dure.

E a chi vuole intraprendere una carriera nell’analisi di mercato oggi: quali competenze ritieni fondamentali?

Servono competenze analitiche solide, dimestichezza con i tool di data analysis, curiosità per i trend di mercato e, soprattutto, capacità di comunicare in modo semplice e chiaro insight complessi. Ma al di là della tecnica, è fondamentale l’attitudine all’ascolto e all’apprendimento continuo: il mercato cambia rapidamente, e bisogna essere pronti a cambiare con lui.