Transizione 4.0: le misure per agevolare l’innovazione
Sempre più centrali nel tessuto industriale le imprese 4.0.
Il Piano Transizione 4.0, ossia il dl imprese a supporto delle realtà 4.0, sarà probabilmente modificato entro la fine di gennaio, dopo il via libera del Parlamento a un nuovo scostamento di bilancio. Per assicurare che con il Recovery Plan gli investimenti delle aziende si concentrino sul portare una reale innovazione e non si limitino a semplici ricambi di vecchi macchinari o arredi per ufficio, la Commissione europea ha richiesto infatti di rivedere il mix. Meno agevolazioni per i beni strumentali tradizionali (l’ex superammortamento), aiuti più generosi sui beni funzionali alla digitalizzazione delle imprese (l’ex iperammortamento).
Nonostante l’entrata in vigore della legge potrebbe arrivare a marzo -aprile, per scongiurare il blocco degli investimenti sarà sicuramente attivata la clausola di retroattività per l’acquisto di beni digitali effettuati a partire dal 16 novembre 2020.
Le modifiche al Dl toccheranno anche le cifre del Recovery Plan. Il pacchetto Transizione 4.0, studiato per favorire lo sviluppo di attività 4.0, era già passato da 24,8 a 21,7 miliardi.
L’ex superammortamento esce dal perimetro delle coperture europee e, per il solo 2021, sarà finanziato da risorse statali. Anche le maggiorazioni allo studio per i beni digitali dovrebbero essere finanziate con coperture alternative a quelle di Next Generation Eu.
Le novità
Le novità prevedono una limitazione per il vecchio superammortamento per i beni strumentali tradizionali, che sarà usufruibile solo per l’anno in corso e non più anche per il 2022, con un credito d’imposta del 10% nel limite massimo di costi ammissibili pari a 2 milioni, fruibile in un’unica quota annuale nel 2021.
A fronte di una flessione degli investimenti in strumenti tradizionali, si punta però a rinforzare la parte davvero più innovativa. Il credito d’imposta per i beni strumentali materiali digitali (il vecchio iperammortamento) vedrà confermata la maggiorazione al 50% sia per il 2021 che nel 2022, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni (fruizione del credito in tre quote). Per i beni strumentali immateriali 4.0, principalmente i software, l’aliquota salirà al 25% per il 2021 e il 2022, con fruizione in tre quote. Cambierà anche l’agevolazione per i software di base, non 4.0, che salirà al 15% al pari dei dispositivi per lo smart working, sia per il 2021 sia per il 2022 con massimale a 1 milione di euro.
Crediti per R&S
Modifiche riguarderanno anche il credito di imposta per investimenti R&S e innovazione. Il tax credit per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale passerà dal 20 al 25% con tetto a 4 milioni; per innovazione tecnologica finalizzata alla digitalizzazione 4.0 o alla transizione ecologica si salirà dal 15 al 20% con limite a 2 milioni. Infine, con il “decreto scostamento” potrebbero arrivare anche gli attesi chiarimenti sul perimetro di applicazione del nuovo regime rispetto a quello della manovra 2020. (fonte Sole 24 Ore)
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